Mer Aprile 2, 2025


 
Oltre la frontiera che trascorre
coi suoi sogni persi nell'assurdo,
oltre il varco al confine dello smarrimento,
oltre l'essenza ed i battiti di quel tempo
crudo come il flusso del sangue,
come gli sguardi terribili ed inutili
fissi sulla superficie dell'esistenza,
là io sono venuta ed ho teso le mie braccia,
nel punto oscuro senza luogo
che si sostanzia in sè,
col grido senza voce e l'attesa senza tempo,
mi sono seduta nella notte
che risaliva lenta
lungo il volo dell'anima
stanca come il vecchio respiro
che ho nelle spalle,
e là tu ancora sei giunto,
vero come un'impronta sull'alito del vuoto,
da un lontano che non so chiamare,
portato dal silenzio del mio amore
che, come un lungo ponte,
tiene insieme l'universo nel suo stesso nome.

F.S.


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Accade, puntualmente, ogni volta. Ogni volta che ascolto queste voci, i loro messaggi, ogni volta che mi immergo nelle emozioni che ancora conservano come prezioso retaggio dell'umana esistenza, io resto sopraffatta dallo stupore. Anche dopo decine e decine di registrazioni, la meraviglia di tutto ciò è intatta. Come è possibile? Quello che noi indichiamo come "luogo", ossia uno spazio definito, è un concetto adeguato per iniziare a domandarci da dove vengono queste comunicazioni? O piuttosto la difficoltà concettuale di poter immaginare un'altra dimensione dell'esistenza ci impedisce questa ricerca? E' per questo che la nostra scienza non è ancora riuscita ad avere le prove di laboratorio che esige per dare alla metafonia la patente di fenomeno reale? E' un problema di concetti? Di terminologia? Di limiti dei nostri sensi e dei nostri strumenti che sono stati concepiti per indagare questo tipo di realtà?. Come vedete sono più le domande delle risposte, anche per me che sperimento in prima persona la realtà delle voci. Sono convinta che un giorno riusciremo a comprendere tutto ciò anche secondo le nostre leggi fisiche, ma nel frattempo ho imparato ad accettare queste comunicazioni come l'espressione di una dimensione reale e parallela alla nostra, che, come mi piace dire, sta all'altro capo del filo della nostra esistenza terrena e che, tramite quel filo, tiene la nostra materia legata alla vita, ovvero alla coscienza di noi stessi e di quanto ci circonda. E' quello il non-luogo da dove veniamo e dove andiamo, l'armonia e la completezza del Creato sono concetti ben più profondi e vasti di quanto la nostra ragione non riesca a contenere, e la ragione da sola non basta, dobbiamo oltrepassare i suoi limiti con la poesia, l'istinto, l'energia costante di quell'amore che costruisce questi meravigliosi ponti che ci tengono legati a coloro che già hanno fatto il loro passaggio e che abbiamo amato. Franco Battiato, splendido poeta, in una sua canzone dice che tutto l'universo ubbidisce all'amore e forse è proprio da questa semplice verità che bisogna partire per capire già mentre siamo ancora qui. Perchè proprio l'amore e non l'odio, mi ha chiesto una volta una persona, e a me è venuto istintivo rispondere che è perchè l'amore è funzionale al mantenimento dell'armonia, alla stabilità del sistema, alla perfezione del modello, mentre l'odio, è facile intuirlo, no. L'odio non avrebbe permesso che le dimensioni, armonizzandosi nell'obbedienza alle loro proprie leggi fisiche, si fondessero nel Tutto, visibile ed invisibile ai nostri occhi, e la faccenda sarebbe già conclusa da tempo immemorabile o non avrebbe mai avuto origine. C'è ancora molto da immaginare....ed io sono convinta che tutto ciò che possiamo immaginare in qualche modo "esiste" da qualche parte, fuori o dentro la nostra coscienza.


 

Il Salvatore di Leonardo da Vinci


 
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