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Papà, nonna Chiarina, il papà di una mia lettrice, Cesare, e un suo zio non richiesto -20 agosto 2010

In questa registrazione torna, con mia grande sorpresa, mio padre. E torna per dare un messaggio a tutti noi, per farci capire come a volte siamo più propensi a recepire volgarità che questi grandi insegnamenti, più portati ad interessarci, magari, a stupide storielle di gossip senza senso piuttosto che ai valori insiti in queste comunicazioni. Tante persone non sanno dare il giusto peso a tutto ciò e continuano, imperturbabili, a fare gli "struzzi", come dice spesso Sant'Erasmo, ovvero continuano a non voler sentire e capire il profondo e meraviglioso concetto che è racchiuso in queste comunicazioni. Dopo mio padre viene una mia bisnonna che io non ho mai conosciuto e che è stata richiesta da mia madre, sentirete che previsioni che mi fa, a proposito di stupidità umana.
Ma io questa registrazione l'ho fatta per una mia lettrice, S., la quale mi ha chiesto un contatto con suo padre morto pochi mesi fa e che era un uomo incredulo, non credeva nell'aldilà. Lei è ansiosa di sapere ora lui come sta, come ha vissuto lo stupore di ritrovarsi ancora vivo in un'altra dimensione. Questo papà, sebbene nel suo disagio, dà comunque un messaggio di amore e speranza a sua figlia e le chiede di pregare per lui. Inaspettato, poi, viene anche uno zio di questa mia lettrice, uno zio dalla personalità molto "paterna", di cui lei non mi aveva parlato ma che appare molto affezionato a lei e le fa mille raccomandazioni sulla necessità di credere all'esistenza di Dio e del trascendente.

Fa affaccià, fai venire più sole…

MIO PADRE

Dare rutto più intende qui,
del resto già basta dì quando
fu inventata radio!

Sono bravi di là, ooohh si!
Dare oggi occhi
già è dura con i santi,
e anche studi sperà.

Corna, ma tutti là aspira a entrà.
Già lì a chi crede detta un libro,
vuole redigere, tu leggi, scrivi e Lui pensa,
e voce poi suona per dirvi qua.
Ma anche un’ora
passeggiata va papà…cuore!


NONNA CHIARINA

Passai lì un attimo: v’apriva!
Là messa le belle dava.
Allora mò c’hai n’ora?
Leggi il libro, speri là!

E’ figl’ ‘a Ida e chiama lì l’Oltre!
Fa affaccià, fai venire più sole…
Giova venir fai là!

Fare, che lenta lì sei stata.
Fare, qui netti, e t’arriva lettera,
diffidi de dormire!

Frà, t’entra: “Ah! Ma signorina, eran troppi già lì i messaggini, pero!”
Ah si, è là evidente, fatture vorrebbe;
diretta tu dici: “Il Signore dà là cifre”,
e fortuna la riscuoti qua!


CESARE

Mò a sentì eri di là,
ho il nome e di qui non potrò far voi.
Convincere poi,
noi giù stamo a ‘mbucà:

deve crescere le ossa nei conigli!
Esce n’altro plico,
si, longo è, bionda,
là ordini a fogli!

Amarlo farà, là c’è un dirì (tto).
Quest’è da babbo, cara avvisavi di là!
E rido su un velier!
Vanno là per ricavati,

rima anima la ottenne!
Così là noi ospita,
va le rotte, si le navi va giù!
Dimostram dì, vai, là amavo!
Grigio è, fai dì là Ave!
A Dio timore te davi,
torni, nun resti lì a giocare!
Più farò lì ch’entri,
ho zio, vuoi ch’entri?


ZIO

Oh già aspetta noi giù,
anche va pedale: son lì!
Te leva maglio,
saran belli neri i denti, è colpa, ah!
Sorridi, entra!
Oh, zio il latino sa!
Ci dettò lettera il regista!
Francy, ah, sa legge e fogli più!
Tuo padre è vero, sta qui,
il male no, tra un po’ giro è a fa.

No averno qui!
Reinvia Arca là, ha divini arma!
Dio, si, dà a divini arma.
C’ha n’albo, cara, e devi riaprì,
di là vo dietro,
trema zio possa tornar a bloccar occhi!


 







 


SPIEGAZIONE DEL TESTO

Mio padre esordisce con una frase, certo, un pò forte, ma da lassù hanno già dimostrato che, quando vogliono chiarire bene un concetto, riescono benissimo a trovare anche parole "forti". Dice che tanti intenderebbero molto meglio a dargli un rutto che un insegnamento profondo ed elevato, del resto anche quando fu inventata la radio in tanti non compresero il suo grande valore e derisero i primi tentativi di Marconi ritenendoli privi di fondamento scientifico. Dice che qua "siamo" bravi" e lo dice ironicamente, visto i nostri comportamenti nel disdegnare così spesso questi grandi insegnamenti. Al giorno d'oggi, anche con l'aiuto di Sant'Erasmo, è dura aprire gli occhi alle persone, ed è dura anche sperare che la scienza possa dedicare studi seri all'argomento della metafonia; è un mondo, per mio padre, incomprensibile. Poi dice che tutti, al pensiero della morte, fanno le corna, ma che poi tutti aspirano ad entrare in Paradiso, e non si sforzano affatto di guadagnarselo. Il Signore, con queste comunicazioni, ci sta dettando un libro, lo detta a chi crede e che ne fa buon pro, Lui lo pensa e a me mio padre chiede di scrivere quanto le voci ci dicono in queste comunicazioni. Mi saluta, poi, con affetto, chiamandomi "cuore" e dicendomi che è venuto un'oretta da me per fare una "passeggiata" da lassù.
La mia bisnonna, chiesta da mia madre e che è morta prima della mia nascita, inizia dicendoci che passava un attimo e ci apriva la comunicazione. Sa che io e mia madre (ci chiama affettuosamente "Le belle") facciamo dire spesso messe per loro lassù. Ironicamente si rivolge ad un ipotetico interlocutore e gli chiede se ha un'ora libera, invitandolo a sfruttarla leggendo il libro che raccoglie tutte le comunicazioni metafoniche che così si sentirà più pieno di speranza. Poi, per farsi riconoscere parla in dialetto napoletano: come se volesse una conferma chiede se io sono figlia di Ida (mia madre, sua nipote), e se è proprio vero che sono io a "chiamare l'Oltre". Mi incoraggia a far affacciare sempre più gente a questa realtà che così viene più sole, più conoscenza per tutti e poi mi raccomanda di far accostare a questa realtà anche mio figlio (Giova è il diminutivo con cui lo chiamiamo, ma per ora è troppo piccolo) e di fare più in fretta a registrare e di non dormire. Poi fa una previsione: dice che verranno a dirmi che ora i messaggi che ricevo per le altre persone sono troppi e credono che io mi faccia pagare, e pretendono le "fatture": è una follia totale, sapete bene che non mi è concesso di prendere nemmeno una lira e che tutto è svolto gratuitamente. Mi consiglia di rispondere a questi signori che è Dio a ripagarmi, a stabilire poi la "cifra" che riscuoterò e che quella fortuna la riscuoterò un giorno, lassù.
Questo papà, Cesare, richiestomi da sua figlia (che in vita non credeva nell'aldilà), ci dice che, probabilmente per motivi "tecnici" (forse le sillabe della base non glielo consentono), non potrà pronunciare il suo nome, ma darà indizi per farsi riconoscere. Ecco l'insegnamento che viene a portarci: dobbiamo convincere tutti che sono proprio loro lassù che "imbucano" queste lettere per noi, che sono gli autori di queste comunicazioni, e ciò perchè bisogna rafforzare la fede nei "conigli", nei pavidi, quelli che Gesù chiamava i "tiepidi", che non hanno il coraggio di vivere fattivamente la propria fede. Esce ora da lassù un altro "plico", un'altra lettera da consegnare, una lettera lunga dice con ironia rivolgendosi a sua figlia chiamandola "bionda" e chiedendole di metterla insieme a tutti i fogli da riordinare che lui le ha lasciato. Lui farà in modo che ella amerà questa lettera perchè arriva sulla terra con un diritto, un permesso divino. E questa lettera arriva dal suo babbo in persona e mi chiede di avvisare sua figlia che lo aveva richiesto. Ci dona poi un'immagine metaforica di come egli sta arrivando: sorridente, su un veliero che lo conduce quaggiù sulle onde sonore. Loro lassù vengono quaggiù per averne un ricavato, un frutto, ovvero per convincere le persone ad aver fede nell'esistenza dell'aldilà e del trascendente, ed è felice perchè la sua anima ottenne di poter parlare sulla terra con queste rime poetiche di cui è autore, non dimentichiamolo, Sant'Erasmo. Io li ospito e così ci sono delle rotte che da lassù conducono al mio registratore e così le navi (è un concetto molto usato quello delle navi per indicare il mezzo col quale arrivano quaggiù) arrivano portando le anime che vengono richieste. Loro dimostrano che si sopravvive alla morte, e chiede alla figlia di dirlo anche agli altri, e dire anche che lui, quando era sulla terra, aveva molto amato le persone care. Dà poi un'informazione sul suo stato attuale nel mondo ultraterreno e dice che è in un posto "grigio", lontano ancora dalla Luce, per cui chiede alla figlia preghiere ("fai dì là Ave"). La esorta ad avere timore di Dio perchè poi si torna lassù prima o poi, non si resta qua sulla terra a giocare. Si impegnerà che lei "entri" di più col pensiero in questa realtà per trarne benefici spirituali, poi saluta chiedendole se desidera che entri uno zio che è lì con lui. Questo zio non era stato chiesto dalla mia lettrice, ma viene lo stesso a registrare.
Lo zio sa che sua nipote stava aspettando loro quaggiù e, con una metafora sportiva, dice che ora spingerà sui pedali ed entrerà in comunicazione. Si rivolge subito con affetto alla nipote dicendole che con questa comunicazione donatale il Signore le leva "maglio", ovvero questo dolore sordo e continuo che lei prova e la farà finalmente sorridere. Lui glielo dice con un'immagine ironica: saranno belli neri ormai i suoi denti visto che lei non sorride più e tiene la bocca sempre chiusa nella tristezza , e questo fatto è una colpa perchè bisogna anche sorridere. Sorridi ed entra qui, le dice infatti, qui dove troverai conforto e speranza. Zio dice che conosce il latino e che questa comunicazione gli è stata dettata dal regista, ossia da Sant'Erasmo, spesso chiamato così perchè dirige le comunicazioni far la terra e il Cielo. La informa che io (mi chiama col diminutivo Francy) so poi leggerle queste comunicazioni e le metto per iscritto su fogli che continuano ad aumentare. Consola poi la nipote ritornando sulla notizia che il padre le ha dato circa il suo stato nell'aldilà: le dice che si, è vero che lui sta in quello stato lontano dalla luce, ma che comunque da dove si trova lui può evolvere, andare avanti, e che tra un pò salirà di un giro, ovvero migliorerà la sua situazione perchè lì dove si trova non è "averno", ovvero non è l'inferno da cui non si può evolvere. Questo zio, poi, dà una notizia che riguarda tutti noi, afferma che da lassù il Signore rimanderà un'arca per salvare la terra, che gli spiriti divini hanno armi per poterci salvare e che gli vengono date da Dio stesso. Si avvia a concludere ricordando alla nipote che il Signore lassù conserva "un albo" con tutte le nostre azioni e che un giorno, quando saremo al Suo cospetto, questo albo lo dovremo riaprire per rivedere tutta la nostra vita, ed è per questo che egli le dice che le starà dietro perchè ha paura che lei torni a perdere la fede nel trascendente, che gli si blocchino di nuovo gli occhi nell'incapacità di vedere questa realtà.

COMMENTO

Sono molti i temi su cui riflettere e che ci sono stati donati in questa comunicazione. Il primo è quello che emerge dalle parole di mio padre, ovvero la nostra ostinata e cieca difficoltà a prendere atto della profondità degli insegnamenti che ci giungono da lassù; siamo così sordi e poco abituati a ricevere simili perle che per noi è più immediatamente comprensibile qualcosa di volgare come un rutto (è il termine usato da mio padre). Su questo dovremmo riflettere: abbiamo perso la capacità di discernere ciò che importante da ciò che non lo è e questo mondo superficiale in cui viviamo non ci aiuta di certo, anzi, gli serviamo proprio così: attaccati al superfluo per spendere di più ed affannarci a guadagnare più soldi, superficiali per non vedere lo scempio dei nostri governanti egoisti e disonesti che ci imbottiscono di frottole senza mai offrirci vere soluzioni e peggiorando la situazione della nostra società nel suo insieme. E l'abitudine a pensare solo in termini di soldi sta alla base della previsione che la nonna Chiarina mi fa: pare talmente inaudito che qualcuno faccia qualcosa per gli altri senza chiedere nulla in cambio, talmente fuori dalla nostra misura di vita, che verranno a chiedermi conto di quanto faccio in questo sito. Poveri. Poveri nel vero senso della parola, e non dico altro. Il terzo, che vorrei sottolineare, viene portato alla nostra attenzione dallo zio di questa mia lettrice: Dio non si disinteressa a ciò che accade su questa terra, Egli rimanderà una nuova Arca (è un simbolo, ovviamente) per salvarci e ciò a sottolineare che è forte l'interconnessione fra la creatura ed il suo Creatore, che esiste una precisa volontà di salvaguardarci da noi stessi e dalla nostra distruttrice follia. In che modo, noi credenti in Cristo possiamo facilmente immaginarlo: ci è stato detto, infatti che Egli ritornerà su questa terra per fare nuove tutte le cose. Tutte le cose, anche le nostre coscienze.

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