GRAZIELLA
Così si riparla, qui c’è guida
a onorar me!
I Santi di Dio occorre di lì!
E mai tremà, c’ho là dì,
fa Re dire!
Cuore da lì ti tiro giù!
Scandali di finto amico in gru
scordà giù!
Fibre torna, si, papà:
è in mondi lì maggior!
Fa noi onori guida:
se a cene gioco è fa, onorari giri!
Ma rientra dal Re, via!
Renditi libero gabbie!
E zia fa un ragù:
in nave, dì, va giù!
FRANCESCO
Eh si! Pure era già morto,
d’Oltre sono, eh già, pure!
Ha bilancia, l’ho vista.
Palco giù, le darà fili,
vedi molte strade;
già, al coro era aiutà!
A “Rete Tenera”
fanno anche lettere
dall’Aldilà,
dammi il cinque, milady!
Farfalle segue fasi:
mi pare uscita sei!
Lì mezzi verrò a aprirle,
le giunge Radio Oltre!
Oh, mare dopo Libia baro è:
navi spezza legge noi,
lì de fa “mir”,
farò mie più voci.
Dio Re in mente!
MIO PADRE VINCENZO
Mò vengo io a dire:
ti manda il coro due fari!
Già veniva, è nostra,
ci mandava di casa là Dio!
Su, neh, Franca! Giri il sepolcro!
Su le dà abbraccio,
già là rispondi,
l’amore interviene: tira gli uscì là, ami!
E lì c’è nipoti speciali.
Ho oro scritto,
và a dire: a Ida bacio!
Mò sai: il vero Giudice c’è lì!
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SPIEGAZIONE DEL TESTO
Graziella
appare quasi sorpresa dal fatto di poter "riparlare" con suo figlio e subito lo avverte che con lei c'è Sant'Erasmo, la guida, ad onorarla con la sua santa presenza. Afferma che nel mondo di oggi, più che mai, occorre l'esempio dei santi. E, siccome è il Signore che permette loro di parlare con noi, non bisogna mai temere. Affettuosamente, Graziella dice a suo figlio che le manda il suo cuore, e poi subito gli dà un avvertimento (che solo lui potrà comprendere, non conoscendolo io in alcun modo): Giovanni ha un finto amico che lavora in un'impresa di costruzioni (la gru è un simbolo per indicare l'area di lavoro di questa persona), una persona coinvolta in scandali, dalla quale Giovanni deve allontanarsi. Gli dà, poi, informazioni su suo padre e gli dice che egli ha riacquistato le sue "fibre", ossia la sua salute, e che ora vive in modi superiori, su livelli più alti. Sant'Erasmo la onora di un consiglio da dare a Giovanni: se, quando va alle cene cui è invitato si dedica poi anche al gioco come attività dopocena, i soldi eventualmente vinti che li doni in beneficenza. La mamma lo invita a ritornare al Signore, a riaccendere la sua fede e lo spinge con un forte "via!" per incoraggiarlo. Il termine "rientra" probabilmente indica che Giovanni si è forse un pò allentato nella fede che pure prima praticava. E gli chiede di liberarsi dalle sue gabbie (credo siano gabbie mentali più che altro), dalle sue paure ed incertezze, ad essere più sicuro di sè. Chiude con un'immagine ridente e familiare: con lei c'è anche la zia di Giovanni, gli prepara un ragù (simbolicamente), forse vuole ricordargli quelli che faceva in vita, e questo ragù, dice Graziella, lo manda al nipote con la "nave" che li porta a comunicare (la nave è il simbolo del mezzo eterico col quale loro attraversano le "onde" sonore che permettono ai due mondi di stare in comunicazione).
Francesco inizia in maniera molto scherzosa: immagina che, sentendolo ancora parlare, sua figlia dica "eppure era già morto!" e, in più, dice Francesco sono anche nell'Oltre, ma parlo lo stesso. Il Signore, lassù, ha una "bilancia" simbolica con la quale pesa le nostre azioni, ovvero ci giudica, e lui questo l'ha constatato personalmente. Franceso immagina che quaggiù ci sia un palco sul quale loro possono "esibirsi" dandoci i loro messaggi, dice che il Signore concederà, se lo vorrà, anche a sua figlia Carmela i "fili" per comunicare, ci sono molte strade aperte per comunicare, e questo perchè il coro degli angeli che provvedono alle nostre anime, ha bisogno anche di questo aiuto. Immagina poi che questa stazione di comunicazione dall'Aldilà si possa chiamare "Rete Tenera", per l'amore e la dolcezza che comunica a noi umani, e dice che a Rete Tenera fanno anche lettere (queste comunicazioni) da mandare a noi sulla terra e, come per complimentarsi con me che a ciò mi dedico, mi invita, con un linguaggio informale a "dargli il cinque", soddisfatto, evidentemente, per quanto faccio anche per loro lassù (mi chiama anche, galantemente, "milady"). Con un'immagine bellissima ricorda a Carmela che le farfalle, prima di diventare tali, seguono delle fasi di sviluppo, cosa che anche lei ha fatto ed ora, le dice il babbo con compiacimento, è uscita dal bozzolo, è diventata una splendida farfalla. Dice che verrà lui ad "aprirle" i "mezzi", cioè ad attivarle il registratore per farla comunicare con loro lassù, e le preannuncia che anche lei riceverà le stazioni di "Radio Oltre", che avrà anche lei comunicazioni se si applicherà. Francesco, poi, cambia argomento e ci richiama alla cronaca attuale: con dispiacere dice che il mare, dopo che si è partiti dalla Libia, è insidioso per le tante persone che fuggono dalla guerra, è un mare che spezza i barconi e fa annegare tanta gente, e allora chiede di portare la pace in Libia (la parola "mir", in diverse lingue dell'est, significa appunto "pace") e dicendo ciò egli fa sue più voci di esseri che sono con lui lassù. Saluta raccomandando di avere Dio Re in mente, come faro luminoso delle nostre vite.
Ho capito che si trattava di mio padre, subito dopo Francesco, da quanto egli dice man mano che procede la registrazione. Viene a dirmi che il coro degli angeli (i quali, essendo spiriti purissimi forniscono l'energia che consente queste comunicazioni dall'Aldilà) mi invia altri due fari (i "fari" sono i fasci di energia che guidano le anime a parlare), ossia mi "rinforzano" le comunicazioni. Papà dice "è nostra" per dire che già mi dedico alla metafonia da tempo, e che è Dio a mandarli come ospiti ormai di "casa" da me. Chiamandomi Franca (come faceva in vita), mi esorta a continuare a "girare" il sepolcro con la metafonia, ossia a mostrarlo dall'altro suo lato, quello che ci fa vedere che, appunto, dalla morte nasce la vera vita. Dice che da lassù mi mandano un abbraccio perchè da qui rispondo a loro. E' l'amore, dice papà, che interviene nel rendere possibili queste comunicazioni, è l'amore che l"tira gli usci" che separano i due mondi, e dunque, bisogna amare, semplicemente. Papà ricorda i suoi nipoti (ne ha tre fra i miei figli e quello di mio fratello) e dice che sono speciali, ne è contento. Ricorda che, con queste sue parole, ha scritto proprio oro vero per tutti noi, mi chiede di portare un suo bacio a Ida, mia madre, e chiude dicendomi che ora so per certo, come lui sa, che lassù c'è davvero il Giudice vero ad attenderci dopo la morte del corpo. |