ELIO
Per giocar pugno avvicina:
giullar, metti, Santo visse in qua.
E’ raggi, facciamo ride,
mi cercano dalle 5!
E' ccà i registi, lì, sbolognare!
E ride, troppi va arnesi, si corre!
Eppur che le dona lì va chiesto,
Oltre c’attiva,
sali su che festa è d’Oltre che lei ti dica.
Stì raggi comunque hai d’osservà,
è vera, lo poi dire.
Le darò, redime, ha inizio là!
Il piombo di qua ti tira,
mai che dirò obbrobri,
strofa c’hai, da li giù
e le doterà,
parti, oh, c’è entrata qua!
SANT'ERASMO
C’hai lì se a cuori dai l’Albero,
in Alfa piega così cuori qua!
E se ha il vampiro
gli dà di lì strali,
c’arriva spie!
E i raggi getti, qua medici!
Giù, ah si, gli dà si, ma noi, il dolce!
Lì è zia.
ZIA
Niente paure!
Ehi, risata ha un valore,
e a entrà, si, noi guardava
e mai risata!
Si, hai Potenti là!
SARA
Oh! C’è una galleria, salto di già!
Antenna mò apri,
e ccà mò apre!
C’ha depressione?
Su mò si tira!
Adesso allieto!
Ha smania, deh?
E ripuliva, Luce lavorava!
Felici là corre, c’allieta musica,
a fare voci lì si dice “entra!”,
ha lì innamorà,
e qua origliate!
E c’è fretta, si Re, ah, manna
là risposte! E mò apri!
E mò vi lascia, ha parlat’,
farà studi, neh?
Ora andrò!
| SPIEGAZIONE DEL TESTO
La scenetta
possiamo immaginarla con facilità: Sant'Erasmo, per giocare, avvicina il suo pugno al volto di Elio, come a dirgli, "tocca a te, eh", con fare bonario; Elio vuole poi specificare che il Santo, quando visse sulla terra, era un vero "giullare", aveva cioè un carattere che amava divertire gli altri, era allegro (e ironico, spesso, lo è tuttora). Ci sono, finalmente, i raggi che gli permettono di registrare e perciò è così felice e, dice Elio, lo cercano dalle 5 per la "trasmissione" (è uno scherzo, ovvio, lassù non c'è il tempo). Sono qua i registi, dice Elio, lui e Sant'Erasmo, appunto, sono i registi di questa comunicazione e si sentono così bravi che Elio dice ai registi "terrestri" di "sbolognare", farsi da parte, di fronte alla loro bravura (in effetti credo che per compiere questi "miracoli" debbano essere davvero eccelsi!). Ma occorrono troppi arnesi per fare la "trasmissione", e gli tocca correre avanti e indietro, e per questo ride (ce lo immaginiamo indaffaratissimo). Quello che mi viene donato, ossia questi contatti, vanno richiesti pregando umilmente e così l'Oltre li "attiva", li rende possibili, e chiede a sua figlia si "salire" lassù che lì già stanno facendo festa per questo contatto che sto effettuando per Maria. Elio chiede a sua figlia di "osservare" i messaggi che questi raggi ci portano perchè io sono "vera", ossia tutto ciò che faccio è genuino e non ci sono trucchi (forse Maria avrà avuto questo dubbio a cui suo padre dà risposta). Elio fa intravedere a Maria la possibilità di dare a lei direttamente queste comunicazioni che aiutano a redimersi, lui la tira verso questa realtà col "piombo", ossia fa di tutto per attirarla. L'assicura che non le dirà mai "obbrobbi", ossia cose stupide o errate, concetti falsi, darà strofe anche a lei se lei lo vuole e se se la sente, e chiede di "partire", ossia di iniziare a provare con la metafonia, e le conferma che c'è effettivamente un'entrata per "comunicare" con l'Aldilà.
Il santo entra subito nella questione che mi è stata sottosposta per questo ragazzo, Simone, che sta perdendo la sua voglia di vivere e studiare, che si è trasformato, da ragazzo normale e pieno di vita, in una persona totalmente diversa, abulica e incapace di vivere normalmente, cadendo inspiegabilmente in una depressione molto forte. Sant'Erasmo mi dice, con una metafora stupenda, che si ottiene tantissimo se ai cuori si dà "l'Albero". Ovvero, in parole povere, bisogna innanzitutto che Simone riceva la Comunione (l'Albero della vita, arbor vitae, è Gesù stesso, e l'albero è anche la Croce, albero che porta i frutti che sostengono la Chiesa: la Parola, L'Eucaristia, i Sacramenti). E così, unendosi all'Alfa (che è sempre Gesù Cristo, l'Alfa e l'Omega), i cuori possono piegarsi al bene. Sono immagini molto simboliche e potenti, efficacissime per farci capire che la prima medicina è, per ogni cuore in difficoltà, l'Eucaristia. Così, dice il santo, se c'è davvero il "vampiro", ossia qualche demone che gli lancia strali, lassù ne vengono a conoscenza e possono aiutare. Un'altra "medicina" (e questo concetto mi viene rivelato per la prima volta), sta proprio nell'ascoltare queste comunicazioni metafoniche, i cui raggi benefici arrivano a tutti coloro che ascoltano, e attraverso i "raggi" agiscono i "medici" spirituali da lassù. Per me è una cosa davvero incredibile e nuova. Sant'Erasmo chiude dicendo che il dolce glielo possono dare solo loro da lassù a questo ragazzo, che non lo cerchi, dunque, nelle gioie terrene. Passa poi la parola a una mia zia.
Zia ci invita a non avere paure di questi fenomeni se i nostri cuori sono nella gioia di Dio e, infatti, ella ci ricorda che la risata ha un valore grande per noi viventi. Però, ella dice, quando da lassù "entrano" quaggiù, non ne vedono molte di risate, anche fra i suoi cari. Saluta dicendo che a registrare ci sono davvero Spiriti Potenti (si riferisce innanzitutto a Sant'Erasmo).
La piccina, con una vocina deliziosa, constata che c'è una specie di galleria che la collega con la terra per registrare, e, felice, ci salta subito dentro. Mi chiede di "aprire" l'antenna del registratore che anche lassù aprono la comunicazione. Chiede (ma è una domanda retorica, sa bene che è così) se la sua mamma ha un pò di depressione, e allora, le dice ora ci pensa lei a tirarla su, ad allietarla con la sua presenza. Chiede se sua mamma ha un pò di "smania", e le dice di non preoccuparsi che la "Luce" divina è già al lavoro e la "ripulirà" di questi brutti sentimenti. Dice che loro, i bambini, corrono felici lassù e sono allietati dalla musica, e invita la mamma a "fare le voci" anche lei, a continuare a fare metafonia (Antonella già se ne interessa da un pò). Le chiede di "innamorare" anche gli altri a questa realtà meravigliosa che ci viene offerta con la metafonia, e dunque, dice Sara, "origliate" pure!. C'è fretta lassù, il Signore ci manda risposte con queste registrazioni (è la Sua volontà che le sostiene). In dialetto napoletano (Sara era nata a Napoli), dice che ora ci lascia, che "ha parlat'", e raccomanda alla mamma di studiare ancora per imparare meglio a fare metafonia. Saluta con un allegro "ora andrò", facendoci intravedere uno spicchio del suo meraviglioso Paradiso. |